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Serena Loprevite - Foto ©Barbara Picatto
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“Koinè” è una parola greca che può essere tradotta con
“mescolanza”, ma è un concetto più ampio: da una
koinè di differenze nasce qualcosa di nuovo che vive, palpita,
evolve. Serena Loprevite, sampierdarenese di nascita, è ballerina, coreografa e
insegnante di danza contemporanea a Genova. A 16 anni inizia a studiare proprio
con
Koinè, la compagnia di Markus
Zmoelnig e Cristina Golin, e ne diventa nel giro di un anno l’assistente. Da
questa nuova “mescolanza” cerca di trarre quanto può, e comincia subito a
studiare in modo professionale, tra Genova e Torino. Nel 2004 si trasferisce a
Bruxelles e studia presso artisti che hanno contribuito al progresso della
danza contemporanea; un’esperienza formante, alla quale seguono esibizioni in
Europa e in Italia, ma che a Serena non basta. “
Bruxelles è una città europea in tutto: nei servizi, nelle proposte,
nelle opportunità; ma io volevo creare qualcosa di solido, e viaggiare ha
sempre avuto una forma ’liquida’, così dopo avere vissuto lì per un anno sono
tornata a Genova.” Cosa spinge un’ artista ad abbandonare una realtà così di
ampio respiro per tornare nella propria città natale? “
È una scelta legata al mio profondo attaccamento alle radici. Genova è
la base da cui sono partita. Quando sono tornata dal Belgio ho preso contatti
con Paola Pallotti e Isabella Ruzzier e sono entrata a Spaziodanza, dove lavoro
da sette anni; nel contempo, Markus mi ha lasciato la direzione di Koinè. Ho
sempre avuto la fortuna di scegliere con chi avrei voluto lavorare: più della
mia attività di ballerina e coreografa, sono infatti legata all’insegnamento. È
un’emozione sempre nuova vedere le tue allieve crescere, impegnarsi, condividere
esperienze formative” continua Serena.
“La danza te la porti dentro anche se non diventerai una ballerina nella vita:
si tratta di un progetto, di disciplina, qualcosa che viene edificato dentro di
te lezione dopo lezione. E io sono una che ama costruire, mi piace questo
concetto; non a caso ho studiato disegno industriale, sono un grafico, assemblo
coreografie: tutto è costruzione!” Mattone su mattone, nella vita si ergono
fortezze. Quella di Serena è qui, nel suo quartiere, insieme alle sue allieve,
che la adorano e raccolgono la sua eredità: la creazione di una propria “koinè”.
Meno male che sei tornata maestra Sere!
RispondiEliminaMaestra Caro!