martedì 27 novembre 2012

Come un lampo di vita, come un pazzo gridar

Chi ha detto che le fiabe non esistono?

C'è un luogo senza spazio né tempo, lontano ma anche più vicino di quanto immaginiamo, in cui saltimbanchi, ballerine e clown animano le notti di luna piena e regalano ai bambini sogni scritti in libri di carta di stelle, vergati con inchiostro lunare.
Questo luogo è stato fortemente voluto da un poeta, un omino che del ballo e dell'arte aveva fatto la sua vita.

Guy Laliberté, si chiamava, ed era cresciuto guardando il cielo, con la voglia di spiccare il volo e salire in alto, in alto, e lasciarsi andare.

Era il 1984, quando ancora non esistevano né iPhone né Playstation, e i bambini sognavano ancora a occhi aperti, perché la fiaba se la dovevano immaginare per viverla, altrimenti non appariva.
A Montreal, in Canada, questo omino che si chiamava Guy Laliberté un giorno decise che il suo sogno poteva diventare la fiaba perfetta per tutti coloro che, grandi e piccini, avessero avuto un cuore innocente. E così, nacque il Cirque du Soleil, il Circo del Sole, giocando sull'equivoco cerchio-circo (in francese cercle-cirque).



Non ci sono animali in questo circo, e i pagliacci hanno un ruolo marginale: al centro dello spettacolo ci sono i 3800 artisti che animano gli 8 spettacoli in tournée e i restanti 9 stabili nelle città di Montreal,  Las Vegas - dove sono allestiti 6 spettacoli permanenti -, a New York, Orlando, Macao e di recente anche a Dubai e Singapore.


Ogni spettacolo è una piccola fiaba: ha un inizio, un nucleo e una conclusione, racconta qualcosa, e lo fa con un linguaggio inventato, per questo magico, con la danza, le acrobazie da saltimbanchi e la musica. Spettacolari salti nel vuoto, contorsioniste che paiono disegnare curve nell'aria con il proprio corpo, bambini straordinari, con doni e talenti incredibili: gli artisti del Cirque sembrano irreali, da tanto sono perfetti e meravigliosi, non sono umani: sono creature magiche.



Non li vedremo durante l'inverno: come le fate e i folletti, gli artisti del Cirque si svegliano con la primavera, e animano di fantasia le città ingrigite dalla passata fredda stagione.

Non a caso, piccoli folletti e fatine, chiudiamo i nostri (e vostri!) saggi di fine anno con le loro voci.





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