giovedì 13 dicembre 2012

Pina Bausch e il successo del "Tanztheater"

Philippine Bausch, meglio conosciuta come Pina, nacque nel 1940 a Solingen, in Germania, figlia di quella corrente inaugurata dal ballerino e insegnante Rudolf Laban conosciuta come corrente espressionista. Pina iniziò a studiare danza molto giovane, a soli quindici anni, presso la Folkwang Hochschule di Essen, diretta da Kurt Joos, che era - per l'appunto - allievo di Laban.
L'amore per la danza d'espressione porta la giovane Pina a sperimentare sempre più, fino a quando, nel 1968, dopo essere stata scritturata dal New American Ballet e dal Metropolitan Opera, viene chiamata a dirigere la scuola di Joos, e ne diventa coreografa. È in questo periodo che, grazie alle sue grandissime doti interpretative, Pina arricchisce un filone che esplode in europa nel 1970 : il teatrodanza, Tanztheater, in tedesco. Nel 1073 la grande artista fonda la sua scuola, battezzandola Tanztheater Wuppertal Pina Bausch e sancisce la svolta artistica di questo genere: il ballerino non è più soltanto strumento tra musica ed espressione, diviene protagonista diretto del messaggio che veicola: è chiamato a esprimere il proprio giudizio, è egli stesso il giudizio, la critica, l'approvazione; l'interpretazione è al centro di tutta l'esperienza artistica. Anche la scenografia acquista un ruolo centrale, in quanto interagisce direttamente con il danzatore (si veda, ad esempio, l'uso che la Bausch fa delle sedie nel suo balletto più famoso, "Cafè Müller", qui proposto nella recente versione della Companiya Pina Bausch di Barcellona). Nel 2009 Pina si impegna in un progetto cinematografico in 3D di Wim Wenders che s'interrompe in seguito alla sua morte improvvisa, avvenuta il 30 giugno 2009, quando l'artista ha 68 anni. Il film-documentario "Pina" (2010), lungometraggio dedicato al teatro danza, verrà portato a termine da Wenders in vista della presentazione al 61° Festival di Berlino nel 2011. Sky Arte HD e Sky 3D lo proporranno in tv il 14 dicembre alle ore 21.10: vi consigliamo vivamente di non perdere questa magnifica occasione di scoprire, attraverso l'occhio del grande regista tedesco, la vita di questa straordinaria professionista.


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